Finalmente si gioca: Serie A e B ripartono il 20 giugno! Coppa Italia: semifinali il 13 e 14, finale il 17

Il presidente della Figc Gabriele Gravina. Afp

Intesa raggiunta tra governo e vertici del calcio. Spadafora: «La Figc mi ha assicurato che esiste un piano B, playoff e playout, e un piano C, cristallizzazione della classifica»

Il campionato di Serie A ripartirà il 20 giugno. Prima però riprenderà la Coppa Italia: Juve-Milan si giocherà il 13 e l’altro ritorno delle semifinali, Napoli-Inter, il 14; la finale a Roma il 17. È l’esito dell’incontro fra governo e mondo del calcio. Il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, ha illustrato i termini della decisione: “Riunione molto utile con tutte le componenti come avevamo detto il calcio sarebbe ripartito quando ci sarebbe stato tutte le condizioni di sicurezza e quando il Cts ci avrebbe dato tutti gli ok. Ora il Paese sta ripartendo, lo sport sta ripartendo.

Il Cts ha approvato il protocollo per la ripresa agonistica e ha confermato la necessità imprescindibile della quarantena fiduciaria nel caso in cui un calciatore dovesse risultare positivo. L’altra cosa è che la necessità dei tamponi previsti per i calciatori che non deve in nessun modo ledere le necessità di tutti i cittadini italiani e senza vie preferenziali di nessun tipo. Ho chiesto alla Federcalcio che cosa si farebbe qualora riprendesse il campionato e tornasse l’emergenza sanitaria. La Figc mi ha assicurato che esiste una piano B e C, playoff-playout e cristallizzazione della classifica. Io personalmente mi auguro che si possa dare un segnale positivo a tutto il Paese con le partite della Coppa Italia. Che andrebbe in chiaro: sarebbe una ripartenza da tre importanti competizioni a beneficio di tutti quanti gli italiani”.

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Gravina può esultare: «Vittoria di tutti”. Tommasi: “Bene, ma restano criticità”

Paolo Dal Pino. Ansa

Il presidente di Lega Dal Pino: «Abbiamo sempre lavorato per il bene del calcio»

Gabriele Gravina è felice al termine dell’incontro con il ministro Spadafora che ha portato alla decisione sulla ripartenza della serie A per il 20 giugno. “Rappresenta un messaggio di speranza per tutto il Paese. Sono felice e soddisfatto, è un successo che condivido con il Ministro per lo Sport Spadafora e con tutte le componenti federali. Il nostro è un progetto di grande responsabilità perché investe tutto il mondo professionistico di Serie A, B, C e, auspicabilmente, anche la Serie A femminile”.

DAL PINO—   Anche la Lega di serie A ha vinto la sua battaglia per far ripartire il calcio. E, dopo l’annuncio ufficiale del nuovo via alla stagione, il presidente Paolo Dal Pino può sorridere. “Ringrazio il Ministro Spadafora e il suo staff. Abbiamo affrontato con coerenza, determinazione e spirito di servizio un periodo straordinario, complesso e pieno di ostacoli e pressioni, lavorando sempre con un solo pensiero: il bene del calcio e la difesa del suo futuro, che per la Serie A deve significare tornare a essere il campionato più bello del mondo. Solo con questo spirito riusciremo a ripagare la passione e l’entusiasmo dei milioni di tifosi che seguono il nostro sport”.

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Cairo: «Si rigioca? Avevo dei dubbi, ma ora sono pronto a spingere il Toro per fare il meglio»

Il presidente granata: «Ho senso di responsabilità. Non penso soltanto a quello che è mio interesse ma a un discorso più generale e alla salute dei calciatori e delle persone»

«Avevo dei dubbi. Dopodiché, nel momento in cui si decide di giocare sono lì pronto a spingere la squadra per fare il meglio». Così il presidente del Torino e di RCS, Urbano Cairo, al telefono con l’ANSA, ha commentato la ripresa della Serie A: «Noi siamo in pista per giocare, oggi ero a Torino, ho incontrato la squadra, il tecnico Longo, il direttore sportivo Vagnati, e ho dato la carica, con messaggi belli positivi per ripartire bene – ha detto Cairo -. Ho senso di responsabilità.

Non penso soltanto a quello che è mio interesse ma a un discorso più generale e alla salute dei calciatori e delle persone. Questo il motivo per cui ero dubbioso. Oggi si decide di ripartire e io sono evidentemente in campo per fare le cose al meglio».

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Milan, Scaroni contro la nuova Coppa Italia: “Due partite in tre giorni dopo lo stop, scelta discutibile”

Paolo Scaroni. Ansa

La società rossonera: “Capiamo l’esigenza di dover ripartire con partite importanti dopo il lockdown, ma sotto il profilo sportivo…”

Il Milan non ci sta. E contesta la formula con cui verrà assegnata la Coppa Italia, che si giocherà prima del 20 giugno, data di ripresa della serie A. Il Milan infatti il 13 giugno giocherà a Torino con la Juventus dopo l’1-1 dell’andata a San Siro.

DISCUTIBILE—   “Comprendiamo – ha detto Scaroni – il valore di poter offrire a tutti gli appassionati partite di qualità dopo mesi di lockdown, ma, sotto il profilo sportivo, troviamo discutibile assegnare un trofeo importante come la Coppa Italia con due partite in tre giorni e con le squadre in campo dopo oltre tre mesi di fermo”.

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Il ritorno del campionato: un passo verso la normalità

La ripartenza del calcio, come il rientro in fabbrica, in ufficio, nel negozio, dà una parvenza di regolarità alla nostra vita

Sì, si riparte davvero, Sant’Antonio ci assista: il calcio in Italia ricomincia il 13 giugno, dedicato a uno dei più famosi santi del mondo. Prima la Coppa nazionale, poi la Serie A. Il Ministro Spadafora dà l’okay dopo lo stop per il coronavirus: uno sblocco con tutti i crismi, compreso il parere favorevole del Comitato Tecnico-Scientifico al protocollo della Federcalcio.

Dove eravamo rimasti?Alle semifinali della Coppa Italia e alle dodici giornat e che mancano al campionato, più i recuperi. Tutti gli appassionati, dai giocatori ai tifosi, speravano di tornare a giocare.

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Caos sulla ripresa: anche Inter e Juve arrabbiate per le date della Coppa

Beppe Marotta. Ansa

Semifinali e finale in soli 5 giorni: i club si ribellano. I nerazzurri suggeriscono una provocazione: a Napoli con la Primavera. Oggi la A vota sulla ripartenza: è scontro tra recuperi e giornata intera

La polemica, stavolta, si apre ancora prima di cominciare. Sarà Juve-Milan di Coppa Italia, il 13 giugno alle 20.45, la partita che segnerà il ritorno in campo post emergenza: sono due delle tre società (l’Inter, la terza, è ancora più agguerrita) che si ribellano alle modalità di ripartenza.

La decisione è seguita al grande vertice di ieri tra governo e componenti del movimento, ed è già contestata da alcuni club. L’Inter (già leader dei club che si opponevano al ritiro bunker) guida la protesta: la ripartenza consegnata alla Coppa Italia è definita sconcertante. Tanto da suggerire una provocazione: a Napoli i nerazzurri scenderanno in campo con la formazione Primavera.

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Il protocollo passa l’esame, ma resta la quarantena. E ora si spera nella «curva»

Il ministro Vincenzo Spadafora. Ansa

Il Cts ribadisce le due settimane di isolamento in caso di positività. Ma se i contagi scendono…

Stavolta il protocollo viene promosso a pieni voti. Gli scienziati non fanno appunti e giudicano il lavoro fatto da Figc e Lega di Serie A con un elogio: “Apprezzamento per la puntualità di dettaglio nell’analisi di molti aspetti”, dice il parere del Comitato tecnico-scientifico.

Il doppio pullman per rispettare il distanziamento, gli arrivi sfalsati delle squadre allo stadio, i percorsi differenziati, la limitazione a 300 persone di tutte le presenze nell’impianto: il minuzioso sistema messo a punto passa l’esame.

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Higuain all’ultimo tango: cuore diviso tra Juve e Argentina

Gonzalo Higuain, 32 anni. (Ansa)

Il Pipita scalpita per chiudere la stagione al top con Sarri. Poi l’idea Mls, ma tornare al River sarebbe una scelta di vita

Se è vero che il tango è un pensiero triste che si balla, allora chi più del Pipita è adatto a danzare? Gonzalo Higuain concentra in un solo centravanti tutti i sentimenti del perfetto tanguero: sofferenza, nostalgia, paura dell’abbandono. Ma anche ritmo, nervi, carattere. Anche adesso che mostra a Torino una forma invidiabile, non ha abbandonato gli struggimenti di qualche settimana fa: pensa a ciò che sarà tra un paio di mesi, riflette con ansia sul futuro appeso all’incertezza.

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Lyanco: “Quarantena? Periodo d’apprendimento. Aspetto un nuovo inizio”

Un documentario sul web per spiegare come ha svolto la propria quarantena a Torino: Lyanco ha registrato la propria routine quotidiana prima di tornare ad allenarsi al Filadelfia negli scorsi giorni e ha creato un contributo di circa 4 minuti. A proporre il documentario è stata la Capixaba, televisione brasiliana, che segue da vicino il difensore granata, essendo anche, ricordiamolo, uno dei perni della squadra olimpica verde-oro. La vita in quarantena sotto la Mole di Lyanco è soltanto il primo episodio di una piccola serie che Capixaba curerà nelle prossime settimane ed è stato intitolato “La fede fa l’eroe”.

QUARANTENA – E come ha passato la quarantena Lyanco a Torino? È stato lo stesso centrale granata a dircelo nel web documentario. “L’ultima volta che sono sceso in campo è stato il 17 febbraio, oltre 80 giorni fa – dice il sudamericano –. Ho giocato fino ai minuti finali della partita contro il Milan; poi, da quel giorno, è cambiato tutto. La mia routine è cambiata: la mia famiglia ha avuto tutta la mia attenzione durante il giorno e ho approfittato di ogni momento per giocare divertirmi assieme a mia figlia. È stato un periodo di apprendimento e scoperta quotidiana. Sono felice di essere al suo fianco per accompagnarla e aiutarla. Stare al fianco di chi ami, nei momenti felici e in quelli brutti, è la maniera migliore per vincere qualsiasi difficoltà”.

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Ottavio Bianchi: “Per punire Maradona, bastava non farlo giocare in partitella. Oggi l’affare è Tonali”

Ottavio Bianchi, un uomo che ha passato mezzo secolo nel calcio. L’allenatore del primo scudetto fra presente e passato. Le sue parole sono state riportate da Sky Sport. Il tecnico azzurro non si sottrae alle domande, anche quelle più scomode. “Se dovessi scegliere un allenatore fra i primi tre in campionato guarderei alla squadra a disposizione. La squadra esperta la consegnerei a Conte. A Sarri darei le star, mentre a Inzaghi affiderei una squadra forte e di prospettiva con uno zoccolo duro di livello e poi vari innesti per vincere entro qualche anno senza ansia o fretta”.

EMOZIONI – Ottavio Bianchi è raccontato da sua figlia Camilla. Lui ci scherza su. “Mancava solo che il maschio facesse l’arbitro. Non ho mai avuto un grande feeling con giornalisti e arbitri”. Quello che invece ha trovato a Napoli, scrivendo la storia della società azzurra. “Essere stato calciatore mi ha aiutato a tornarci da allenatore. Ho giocato con Zoff, Sivori e Altafini ma non riuscivamo a ottenere risultati”. Da allenatore, direttore d’orchestra con un tenore d’eccezione: Maradona. Un tipo non facile da gestire. “Quando hai i fuoriclasse devi solo lasciarli liberi di seguire istinto e talento. Diego era il primo ad interessarsi a soluzioni tattiche.

Chi ha detto che volesse allenarsi da solo,la sera, si è inventato tutto. Diego era innamorato del calcio. E se volevi punirlo, non dovevi farlo partecipare alle partite d’allenamento dove si inventava di tutto pur di vincere. Proprio come fece ai Mondiali del 1986 contro l’Inghilterra”.

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