Emiliani in vantaggio con il rigore di Kucka, ma i due centrocampisti ribaltano il match. Proteste gialloblù per un altro intervento nell’area avversaria
I gol di Mkhitaryan e Veretout, i suoi uomini di fiducia, fanno uscire dalla crisi Fonseca e la Roma. Le decisioni del Var e la poca concretezza davanti a Pau Lopez fanno, invece, restare il Parma e D’Aversa, al quarto ko di fila, nel limbo. Roma – Parma, all’Olimpico, finisce 2-1, con la squadra giallorossa capace di rimontare lo svantaggio iniziale. Una reazione di carattere non scontata, soprattutto di fronte ad un avversario che, all’andata, l’aveva messa in grande difficoltà. Lo stesso ha fatto ieri in avvio quando, dopo le note di Morricone che la Roma ricorda anche con una patch sulla maglia, arrivano i primi brividi per Fonseca, reduce da tre partite con zero punti.
AVVIO NERO — La responsabilità è di Cristante, l’uomo schierato al centro della difesa, al posto di Smalling, con Ibanez e Mancini. Per il resto il tecnico portoghese, nel 3-4-2-1, sceglie Bruno Peres a destra e Spinazzola a sinistra (fuori Kolarov), con Pellegrini e Mkhitaryan dietro Dzeko. Il Parma, che schiera Pezzella alla prima da titolare post lockdown a sinistra nel 4-3-3, si affida a Kulusevski, Cornelius e Gervinho, con l’ex romanista che prova subito a mettere paura alla sua ex squadra. È Cornelius però, dopo 7’, ad essere atterrato in area da Cristante. Contatto dubbio, Fabbri lascia correre ma, dopo aver rivisto le immagini al Var, assegna il rigore. Kucka spiazza Pau Lopez e per la Roma sembra notte fonda.
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